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Blog di sopravvivenza aperto a tutti
Attraverso la risonanza magnetica funzionale e' oggi possibile monitorare la rigenerazione delle cellule danneggiate o distrutte da un ictus, da un tumore o da un altro trauma e dunque mirare alle terapie di sostegno. In Italia ogni anno si registrano 200 casi di ictus e 20.000 tumori del cervello e, per queste e per altre patologie, lo studio del cervello per immagini funzionali si sta rivelando una risorsa fondamentale.
I risultati degli ultimi studi sul cervello vengono presentati al 12° congresso Human Brain Mapping organizzazione che raggruppa studiosi del cervello a livello mondiale che si svolge per la prima volta in Italia. Da ieri fino a giovedi' al centro congressi si sono dati appuntamento circa 3.000 studiosi provenienti da 47 paesi.
''Per poter curare qualcosa - ha spiegato il professor Pietro Pietrini, presidente del congresso e docente di biochimica e biologia molecolare clinica all' universita' di Pisa - bisogna sapere come funziona il cervello in un soggetto normale. E' da li' che si parte per capire cosa c'e' di diverso quando abbiamo una patologia, sia la depressione che un'altra malattia mentale, per poi cercare di rimediare al deficit. Ma soprattutto con queste metodologie e' possibile vedere come il cervello reagisce a un trauma o a una lesione con la possibilita' di far fronte ai compiti delle diverse attivita' della mente anche quando una certa zona cerebrale viene lesa''.
''Le immagini che ci da' la risonanza magnetica - ha aggiunto - ci fanno vedere quali cellule siano ancora attive e come stiano lavorando alla rigenerazione dei tessuti cerebrali colpiti. Qui noi possiamo intervenire con sostegni farmacologici mirati e siamo cosi' in grado di valutarne direttamente l'efficacia''. Il professor Riitta Hari, dell'universita' di Helsinki, uno dei maggiori esperti di queste tecnologie ha a sua volta osservato che ''la risonanza magnetica funzionale fornisce informazioni con un'esattezza al millesimo di secondo sulle catene di attivazione nel cervello umano ed oggi e' uno strumento utile per neuro-scienziati cognitivi e clinici. Il tracciamento delle sequenze di attivazione temporali in millesimi di secondo e' importantissimo per capire i processi, l'azione motoria, la percezione e la produzione linguistica, ed anche l'interazione sociale. Le sfide future riguarderanno l'uso combinato di metodi di imaging cerebrale sensitivi di tempo e di spazio, studi su l'interazione in tempo reale fra zone differenti del cervello, e tentativi volti all' utilizzo di configurazioni sperimentali il piu' naturali possibile. Alcuni disordini del cervello, per esempio la dislessia, si manifestano come deficit di elaborazione temporale''.
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